Eccomi qui… scusate il ritardo!

Grazie Presidente e grazie Admin per aver introdotto il report del raduno!

Ora spero di riuscire a portare a termine questo compito che ormai mi compete da qualche anno… ma stavolta avrò bisogno del vostro aiuto più delle altre ::e_wink::

Il raduno per me, Gullivel e Michele inizia alle ore 7:00 del mattino di Venerdì 1 giugno, con il ritrovo davanti al comune di Mira.

Michele si esibisce nella sua tradizionale danza della gioia, che inaugura tutte le nostre partenze per i raduni

Gullivel fa strada e noi seguiamo, passiamo per i colli euganei.

Puntiamo per Mantova, dove ci fermiamo per una breve sosta.

Riprendiamo il viaggio e raggiungiamo un paesino bellissimo Sabbioneta!

Qui troviamo un piccolo raduno di “rosse”. Non sono Ferrari, non tutte… sono auto favolose che hanno in comune questo colore.

Una in particolare mi colpisce, la Maserati Merak che vedete nelle ultime 2 foto.
Non la conoscevo… fantastica!!!

Riprendiamo la marcia e raggiungiamo Brescello, il paesino famoso per essere stato il set dei film di Don Camillo e Peppone.

Che nostalgia camminare su questa piazza, i ricordi che vengono in mente sono quelli di un’Italia che aveva i piedi nella terra ma che aveva gli occhi che guardavano verso un futuro che sembrava potesse essere solo migliore!

Ripresa la marcia decidiamo di trovare un posticino in cui pranzare a Collecchio, la nostra scelta ricade in maniera fortuita sul ristorante “Le Scalette”.

Ve lo consigliamo vivamente, se passate da queste parti.
Per il locale, il cibo ma soprattutto per il servizio!!!

Il locale ha una bella terrazza fronte strada, ci accomodiamo su un tavolino qui fuori in modo da avere le Bull sott’occhio, parcheggiate all’ombra di un paio di alberi.

Il menù è di quelli UFFH… fighi!
Carne e pesce di livello.

Un graziosa e giovane cameriera ci accoglie e raccoglie i nostri ordinativi.
Paccheri allo scoglio per me, Spaghetti al nero di seppia, gamberi e pancetta per Michele ed una tagliata con verdure alla griglia per Gullivel, il quale ordina anche un piatto di affettati stagionati misti da dividere con Michele.

Oddioddioddio… fatico a continuare a scrivere… ihihihihihihi!
Se solo penso alla scena che sta per arrivare… :lol:

Michele si alza e va in bagno… arriva un’altra cameriera ed adagia un vassoio con 8 fette di mortadella in centro al tavolo.

Michele torna e si siede.
Gullivel si prende un paio di fettine di mortadella e le adagia su una fetta di pane prima di mangiarle… Michele mi chiede “Sicuro che non vuoi?”, Io “Si”… non mangio maiale…
Michele prende due fettine di mortadella… una di pane… guarda Gullivel e fa “Ma non dovevano essere affettati misti ???”, e Gullivel annuisce perplesso… Michele “Ma ghes*oro… 8 euro per 8 fette di mortadella???”, E Gullivel riannuisce perplesso…
Al che si insinua un tarlo nella testa di Gullivel… ::motocanaglia_noncelafaccio:: ecco… rido… ::motocanaglia_noncelafaccio::

Richiama la graziosa cameriera e gli fa “Scusi… ma non doveva essere misto l’antipasto di affettati?” ::motocanaglia_noncelafaccio::
Addio non ce la faccio… ::motocanaglia_noncelafaccio::

E lei “E’ l’entré!”…

Gullivel perplesso… Michele spaesato… io [ma che dialetto parla?], siamo in tre… ma l’antipasto era per uno..

E lei ripete, quasi scocciata, “E’ l’entré!!!”

Gullivel “E chi l’ha ordinato ?”
Michele “Eh ???”
Io “!!!”

::motocanaglia_noncelafaccio::

Muoro a pensarci!!! ::mistick_wacky::

Dopo pranzo riprendiamo la marcia puntando verso gli appennini.
Gullivel mi aiuterà a ricordare il percorso. Quello che ricordo è che abbiamo percorso strade dal fondo stradale infame… Gullivel in un punto si è staccato di 20-30 cm da terra, manco fosse stato sulla mountain al TT !!! ::e_surprised::Arriviamo a Varese Ligure, all’hotel, praticamente in contemporanea con Rudy, Saida, Antonio, Carmelo, Lucia, Rosso e Robertogen.

Arriva Claudione.. e qui riparto con le risate :lol:

Parcheggia… Rudy osserva la sua moto da dietro e fa “Cos’è questo???”, gli do una mano per togliere quel “coso” incastrato tra forcellone, pinza e disco freno…

Estraiamo un piccolo fodero in pelle dal quale fuoriesce uno strano manico.

Claudione esclama “Ossignore… pensavo che me l’avessero rubato!”, lo prende, apre il fodero ed estrae uno strano attrezzo dotato di una lama evidentemente molto affilata.
“Sapete a cosa serve questo? A squoiare le prede!”, Claudione è cacciatore…
“Pensavo che me l’avesse rubato un mio amico, 2 anni fa! Lo stavo per ammazzare!” e già noi eravamo con le lacrime agli occhi…
Sicuramente gli è caduto inavvertitamente… 2 anni fa… ed è rimasto li!
Gli chiedo “ma ci hai anche girato con quel coso incastrato li?” e Claudio “Eh beh… almeno 3000 chilometri!”

Basta… qui abbiamo perso il fiato da ridere ::motocanaglia_noncelafaccio:: ::motocanaglia_noncelafaccio:: ::motocanaglia_noncelafaccio::

Per la cronaca, quel coso è stato ribattezzato “lo sventrapapere” ::motocanaglia_noncelafaccio::::motocanaglia_noncelafaccio::::motocanaglia_noncelafaccio::

E poi arrivano Fernando, Andrea e Paola, Termobull ed i Giuliani

E poi arriva anche il gruppo romagnolo…

Il un attimo l’hotel si trova invaso da un fantastico braco rantolante ::mrgreen::

Manco a dirlo… tutti in doccia e poi con le gambe sotto al tavolo!!!

Discorso del Presidente

Damiano e Japo presentano la maglietta del raduno yamahabulldog.com 2018

Dopocena approfittiamo dell’ospitalità di Damiano e ci facciamo condurre per i vicoli di Varese Ligure.

E’ incredibile come l’Italia sia stracolma di meraviglie come questo paesino. Una vera opera d’arte!

E poi tutti a nanna!

Sabato 2 giugno ci svegliamo carichi!
E’ il giorno del moto giro!

Colazione alle 7:30 e poi giù alle moto!
Svegliamo l’intero paese scaldando i motori, ma questo è il yamahabulldog.com !!!
Parafrasando ed estendendo un’esclamazione di Antonio “Queste moto costano poco e fanno un gran casino!!!” ::slider_victory::

Facciamo rifornimento

E poi ci mettiamo in carovana e seguiamo Damiano su per il Passo Centocroci, poi chiedo aiuto per ricordare il percorso.

Ci fermiamo su un passo di cui non ricordo il nome per la sosta caffè.

Da qui intraprendiamo un percorso che ci porta gradualmente verso il mare, con un po’ di apprensione perchè a Levanto, dove pranzeremo, sta piovendo.

Raggiungiamo la costa e poi risaliamo su un passo, di cui ancora una volta non ricordo il nome. Parte Japo davanti, dietro lo segue Fernando ed io dietro. A seguire tutto il gruppo.
La salita è entusiasmante, non percorriamo un solo centimetro di rettilineo.
Arrivati in cima proseguiamo per un percorso che attraversa una zona in cui l’asfalto non è proprio dei migliori, la strada è stretta… per certi versi mi ricorda alcune stradine secondarie delle mie Alpi…

Io continuo a seguire Japo e Fernando.
La strada si fa sporca.
Ci sono delle macchine operatrici ai lati… segatura sulla strada… stanno tagliando alberi…
la strada è umida. Procediamo con attenzione.

Arriva un tornantino a sinistra, in discesa.
C’è una chiazza di umido.
Japo e Fernando escono dal tornante tenendo il centro strada, io sto più a destra…

Aspetta un attimo… sulla macchia umida c’è un alone… qualcosa di marrone..

CAZZO!!!

Sbam.. la spalla che fa crack… il casco che sbatte a terra… il rumore della Bull che sbatte sull’asfalto… striscia a terra… me lo hanno raccontato in più d’uno il rumore che fa quando striscia sull’asfalto… lo sto sentendo con le mie orecchie ora!!
Cristosanto… sono a terra, e lei con me!!!

Ceterina… a lei va il mio primo pensiero… per fortuna è rimasta a casa, altrimenti sarebbe a terra con me e chissà cosa le sarebbe successo…

Guardo la Bull… ed adesso come faccio a dirlo alla Cate che l’ho distrutta?

Mi stendo sulla schiena e respiro, più lentamente che posso… analizzo la situazione… ho sbattuto violentemente la spalla ed ho sentito quel “crack”, mi aspetto di sentire un dolore lancinante da un istante all’altro… non arriva… vedo la faccia di Andrea comparire sopra di me avvolta dal suo casco, poi quella di Rosso… quella di Fernando…
Mi sento chiedere come sto…
Io… sto bene! Dico che sto bene!
Muovo il braccio sinistro… la spalla un po’ duole, ma muovo il braccio in tutti sensi… il destro è a posto…
Continuo con il mio check-up… gambe, piedi, si muovono e sento tutto…. la schiena non mi fa male…
Allungo le braccia verso l’alto e mi sento sollevare… questo sarà il primo assaggio della forza che i miei fratelli di strada hanno non solo nei muscoli!

Apro la mentoniera, respiro lentamente… aspetto sempre di sentire quel dolore lancinante… so che l’adrenalina dovrebbe scorrere a fiumi nelle mie vene facendomi ignorare il dolore…
Niente… sembra tutto ok…

Tolgo il casco, mi siedo sul guard rail.
Accetto a questo punto di bere un sorso d’acqua che mi sporge Antonio. Penso che sia tutto a posto…

Dopo qualche istante la vista mi si annebbia, chiedo un attimo di pausa nonostante tutti,a ragione, dicano che dovremmo spostarci presto da li: siamo in un bruttissimo posto!

Vedo le facce dei miei fratelli serie… quasi smarrite… cristosanto quanto mi duole vederle così, il raduno deve essere il week-end più bello dell’anno ed io l’ho rovinato, penso…

Qualcuno mi dice di lasciare li la Bull e di procedere come passeggero di qualcun altro… figuriamoci!
Piuttosto aspetto qui il carro attrezzi!!!

Andrea e qualche altro fratello tira su la Bull, “tutto a posto, soliti bozzi al serbatoio, carter e scarico strisciati ma la moto sembra a posto” sento dire… Andrea la mette in moto… va, ferita ma lei va! Perchè devo essere io da meno?
Maturo l’idea di guidarla fino a valle ma Fernando mi guarda e mi fa “Tu non guidi, sali con me!”. Ok, se lo dice Fernando, ha ragione.

Ma la Bull?
Non può stare qui… come facciamo?

Che domande mi faccio…
Andrea sale sulla mia Bull, Paola su quella di Fernando ed io faccio lo zavorrino di Fernando sull’FZ1 di Andrea.
E giù verso Levanto.
La testa è leggera… la spalla no… ad ogni frenata, per quanto Fernando sia delicatissimo alla guida, la spala duole…

Ho il tempo di pensare nel tragitto fino al ristorante.
Penso a quanto sono stato fortunato… non a farmi praticamente niente, cosa volete che sia una spalla malconcia ?!? Nemmeno al fatto che la Bull è ancora marciante… no mi riferisco al fatto che sono stato fortunato a cadere con tutti i miei fratelli bulldoggers intorno.
Anche se fossi incorso in problemi più seri, mi rendo conto in prima persona, che nessuno si sarebbe tirato indietro per darmi una mano… ricordo che mentre scendevamo verso Levanto, con la spalla che duoleva ad ogni frenata, mi scendeva una lacrima a pensare a tutti voi!
E scende ancora in questo momento che scrivo…

Arriviamo al ristorante, il posto è incantevole… il locale è sopraelevato, su una delle meravigliose spiagge di Levanto.
Purtoppo mi godo poco il momento.
Devo chiamare la Cate, leggo un messaggio che mi aveva mandato mezz’oretta prima… più o meno quando sono caduto, con scritto “Come va? Tutto bene?”. La chiamo… “Ciao”, lei risponde sorridendo, pensa che io sia al settimo cielo tra i miei fratelli… ed io “Insomma…”, si fa seria… “Sono caduto… ma sto bene! Ho sbattuto la spalla…”, lei “Ti sei fatto male? Come stai? Sei ferito? Hai ossa rotte?”, “No… ho solo sbattuto violentemente la spalla… ero quasi fermo… sono scivolato con l’anteriore su una chiazza oleosa e mi sono trovato a terra”… “La Bull?…”, “La Bull sta peggio di me… serbatio con due bozze, carter e scarico strisciati… poi boh, la guarderò meglio più tardi”.
Pensavo che fosse presa dallo spavanto, ed invece ha mantenuto la calma. Ma sapevo che nn appena avremo chiuso la telefonata sarebbe stata presa da un momento di sconforto, ma sapevo anche che il pensiero che io fossi attorniato dai miei fratelli sarebbe stato il suo conforto oltre che il mio.

Fernando mi mette sulla spalla un sacchetto con del ghiaccio, mi toglie giubbo e paraschiena e mi accompagna al nostro tavolo.

Ricordo poco del pranzo.
Ricordo un’aria strana, tutti i miei fratelli sono tesi… colpa mia… vorrei scomparire, lasciar loro la possibilità di vivere quella gioia che tutti bramavamo da un anno intero.

Tutti mi aiutano a mangiare, vogliono che beva per alleviare lo spirito… hanno ragione, ma Saida mi osserva attentamente da non troppo vicino e mi porge un antidolorifico.
Paola mi accudisce con le giuste parole.
Non c’è un fratello che non si prenda cura di me.
Sento che si confabula su come procedere… Ma Andrea non può portare la mia Bull fino all’Hotel, a La Spezia ci saluterà insieme a Paola per rientrare anticipatmente a casa.

Non posso continuare il giro… non solo per le condizioni mie e della Bull, ma perchè diventerei un peso per tutti.
Mi viene proposto di lasciare la Bull a Levanto e di procedere con qualcun altro. Poi in qualche modo potrò tornare a riprenderla quando starò meglio.

Rudy si fa avanti e mi dice che per il rientro a casa se riusciamo a portare la Bull in qualche modo a Berceto lui può caricarla sul carrello. E’ configurato per due moto in quel momento, ma ha con se ferro, attrezzi e la saldatrice e qualcosa si inventerà per caricarla.
Ferdinando si offre di dare un passaggio a me ed alla mia cagna con il suo furgone fino a Berceto.

Il piano è ben chiaro nella mia mente.
Io ritorno all’hotel da solo, guidando la Bull, per una strada di poco più di una trentina di chilometri.
Il gruppo si gode il resto del giro.

Ovviamente i fretelli dissentono dalla mia idea, vogliono che li aspetti in spiaggia. Loro prosegirebbero fino a La Spezia, poi Japo e Fernando sarebbero ritornati qui a riprendermi od al limite per accopagnarmi.

Insisto nel mio piano ed allora Claudione interviene mettendo tutti d’accordo “Lo riaccompagno io! Se vedo che non ce la fa ci fermiamo in un bar e vi chiamo”. Ok, tutti d’accordo…

Prima di ripartire facciamo la tradizionale foto di gruppo.
Il bagnino ci fa da fotografo. Perfino lui mi chiede come mi senta… dice che mi è andata bene. Vero.

Risalgo in sella… subito!
Quante volte ho intimato… suggerito… supplicato… l’amico biker di turno che ha baciato l’asfalto di risalire prima possibile in sella!
Io che non ero mai caduto in vita mia!
Ma lo si sa… lo si apprende per osmosi dagli altri bikers… non importa quanto violentemente cadi, la paura di risalire in moto di si insinua subito nelle vene, insieme al sangue guasto degli ematomi…
Mentre scendevo verso a Levanto dietro a Fernando pensavo anche a questo, non posso negarlo.

Risalire in Bull è stato come mandar giù un’intera confezione di Oki!!!
Niente dolore, pupille spalancate ed euforia!
Vado piano. So che la spalla non può reggere carichi anche poco importanti.
Ho fatto il viaggio di rientro praticamente in terza. 30-40-50 all’ora… su un lungo rettilineo ho toccato volontariamente gli 80… volevo capire se ci fossero vibrazioni strane dall’anteriore. A velocità moderata ho anche provato a togliere le mani dal manubrio per vedere se la moto andava dritta… giuro di aver visto la ruota fermarsi su un palo del guardrail quando siamo caduti per cui il dubbio che qualcosa sia accaduto agli steli mi sembrava fondato.
Niente, la moto va dritta e non vibra. Ma il manubrio ha qualcosa che non va… sembra storto all’altezza della riduzione della sezione a sinistra.

Arriviamo all’hotel. Ringrazio sentitamente Claudione, mi spiace per avergli rovinato il giro ma sono felice di averlo avuto come angelo custode. La sua esperienza in sella mi tranquillizzava, se lui avesse visto in me qualcosa di cui non mi rendevo conto sarebbe intervenuto. Lo so!

In camera mi spoglio con un po’ di dolore.
Fatico ad alzare il braccio sinistro. Probabilmente ho leso un po’ la cuffia.
Mi faccio la doccia e mi stendo a letto per capire se in posizione supina sento dolori particolari.
No… niente… prendo il sonno…

Verso le 7 mi sveglio, scendo nella hall per bere l’aperitivo con Claudione. Ce lo meritiamo!
Arrivano Michela e Monica, si uniscono a noi.

Di li a breve rientra il branco.

E’ una processione, mi sento in imbarazzo… tutti che vengono a chiedermi come vada ::redface::
Va bene, se ci ripenso… va molto bene.

Tutti salgono in stanza per la doccia ed io rimango li, seduto a godermi i due miti del gruppo che ricordano insieme storie di strada. Per me è una situazione magnetica, ne subisco il fascino…

Esco… raggiungo la mia cagnolona ferita… la coccolo… le dico che mi dispiace… che è colpa mia che ho visto troppo tardi quella chiazza… che se stavo più in centro strada l’avremmo evitata… ma in quell’istante penso che se l’avessi evitata io sicuramente qualcuno dietro di me l’avrebbe potuta prendere al posto mio!

Questo mi sconvolge per un istante… e poi penso che questo pensiero, di essere caduto io al posto di qualche altro fratello… magari che procedeva con la zavorrina… deve essere il pensiero che allevia il dolore di aver rovinato il raduno a tutti!

Ritorno nella hall ed aspetto che scendano tutti per andare a cena.

Purtroppo dopo la mia caduta ho fatto pochissime foto…

A cena ho provato a rimediare, ma la mia mano non era per niente ferma… scusate!

Il gruppo dopocena prolunga la serata in qualche locale, ma io preferisco andare a letto.

Prevedo una lunga nottata… il dolore prima o poi sono sicuro che arriverà!

Ed invece la notte fila liscia, alle 7:15 mi sveglio riposato.

Colazione e poi tutti a preparare le moto per il rientro.

Io no… mi sento un peso…

Tutti si danno da fare per caricare la Bull sul furgone di Ferdin… provo a dare una mano… una, l’altra non posso usarla… ma sono solo d’intralcio.

E’ l’ora dei saluti, abbraccio tutti. Ho il nodo in gola… non solo, come sempre, perchè dovrò attendere un altro anno per rivedere tutti… ma perchè dovrò attendere un anno per potermi sdebitare con tutti!!!

Il viaggio verso Berceto in furgone con Ferdin è occasione per riconfermare ancora una volta che persona eccezionale sia il nostro fratello abruzzese, emette un’energia benefica.

Rudy, Saida, Antonio, Carmelo e Lucia ci fanno strada.

Impieghiamo un’oretta per raggiungere casa di Rudy.
Appena arrivati in men che non si dica la mia Bull è scaricata e quella di Ferdin viene riposizionata per il suo viaggio di ritorno.

Salutiamo Ferdin, che deve sobbarcarsi una botta di chilometri extra per rientrare a L’Aquila.

In pochi istanti Saida e Lucia imbandiscono la tavola con un ottimo pranzo, veloce e salutare.

Un brindisi al gruppo!

Dopo pranzo viene fuori la potenza del gruppo!

Problema: il carrello di Rudy è predisposto per portare 3 moto, ma per l’occasione era stato configurato per sole 2 moto e quindi mancano i fermi ed una guida per la terza.

Soluzione: muscoli e tanto ingegno!

Rudy, Antonio e Carmelo armeggiano sulla morsa secolare con ferro, martello e mola e realizzano un fermo tanto artigianale quanto funzionale.

Dopo un paio d’ore di sudore e trivenete bestemmie le 3 Bull sono caricate, legate e pronte per il viaggio di rientro.

Durante il viaggio di rientro continuo a pensare… a ripensare…

Penso alla Cate… che mi aspetta con il timore di vedermi malconcio, più di quanto le mie rassicurazioni telefoniche facciano trasparire… è normale che sia così.

Penso che in questa giornata Ferdinando, Saida, Antonio, Lucia e Carmelo sono stati per me famiglia…

Penso a come poter ringraziare tutto il branco, il giorno prima ho baciato l’asfalto per la prima volta… non ho mai voluto pensare che potesse accadere e mai avrei voluto vedere le facce di tutti voi piene di apprensione… ma se doveva capitare sono stato felice che sia capitato con tutti voi fratelli intorno, sapevo che su di voi AMICI avrei potuto contare!

Penso a come ringraziare Fernando per il passaggio e per essersi tanto preoccupato per me.

Penso a come ringraziare Andrea e Paola per aver permesso di riportare a valle la Bull.

Penso a come poter ringraziare Claudio per avermi fatto da angelo custode nel rientro all’hotel.

E penso come poter chiedere scusa a tutti voi se ho voluto ritornarci guidando… andando contro a quello che mi consigliavate in molti ma come ho detto… avevo bisogno di risalire subito in sella.

Con tutti questi pensieri arriviamo a casa… la Cate è davanti al cancello che aspetta… vedo il suo viso tirato…
Quando scendo dall’auto mi corre incontro e mi abbraccia, il suo viso si distende e mi regala quel sorriso che tanto amo…

Scarichiamo le Bull e la Cate imbadisce una piccola cenetta, con quel poco che abbiamo in frigo.

Grazie.
Fratelli!!! ::thumbsup::

By Adriano